EMDR e genitorialità

Con la nascita di un figlio, più che in ogni altra occasione, il sistema dell’accudimento avvia la sua maturazione più profonda, sviluppando nell’individuo un senso di genitorialità che dipende dalla relazione reale con il bambino e dal senso di adeguatezza provato nell’accudirlo. Lo sviluppo del sistema e dei comportamenti di accudimento è il prodotto di una complessa interazione di fattori biologici ed esperienziali (la rappresentazione di sé come genitore, fattori legati al bambino, storia passata del genitore …), che concorrono a determinare una relazione di attaccamento e un modello di accudimento più o meno funzionali per il benessere psico-emotivo del bambino (Zaccagnino, 2009). Le ricerche svolte fino ad oggi hanno approfondito in particolare i possibili effetti delle esperienze passate di attaccamento del genitore con i propri genitori, sul tipo di attaccamento sviluppato dai figli (George, Kaplan e Main, 1984/1985/1996; Van Ijzerdoorn, 1995).
I risultati hanno evidenziato un’associazione significativa tra la sicurezza nel genitore e nel figlio, inducendo a ipotizzare che lo stile di attaccamento possa trasmettersi da una generazione all’altra (Belsky, 1999). I bambini cosiddetti “sicuri” possono riferirsi alle loro figure di attaccamento come base stabile e affidabile dalla quale partire per esplorare l’ambiente, e alla quale ritornare attivamente per cercare conforto se minacciati o angosciati, e una volta confortati, poter ritornare all’esplorazione.
Risulta quindi chiaro che esperienze traumatiche nel genitore, immagazzinate in modo disfunzionale, possano riattivarsi nel sistema di accudimento del genitore stesso. Il modello di attaccamento sviluppato dal bambino in situazioni infantili con modalità di accudimento particolarmente disfunzionali conterrà quindi tracce mnestiche di tali eventi traumatici.

L’impiego dell’EMDR nell’area della genitorialità è quindi particolarmente efficace per una elaborazione ed analisi dei modelli impliciti di relazione disfunzionale nella relazione genitore-bambino, aiutando ad accedere ai ricordi traumatici inerenti la propria storia di attaccamento e ad elaborarli con una risoluzione adattiva. L’EMDR è una preziosa risorsa in un intervento clinico che si focalizza sulla gestione dell’esperienza dell’accudimento, sui vissuti del genitore associati ad essa, e su una riflessione profonda e guidata sugli stati mentali propri e del bambino nell’interazione (Allen e Fonagy, 2006; Slade, 2006; 2008).
Man mano che il paziente identifica e rielabora i suoi traumi precoci con l’aiuto dell’EMDR, diventa gradualmente capace di separare il presente dal proprio passato, narrando un’autobiografia coerente. Ad esempio, si identifica con il genitore un attuale e specifico contesto di accudimento in cui riscontra delle difficoltà. Gli viene quindi chiesto di “partire da tali target per giungere a esperienze precoci infantili nelle quali si sono sperimentate emozioni, pensieri e sensazioni analoghe”. Questo esercizio può fornire ai genitori una immediata consapevolezza sul modo in cui le attuali situazioni di accudimento con i propri figli siano condizionate dalle proprie esperienze infantili. Attraverso una sintonia, un contatto e modalità di interazione e accudimento adeguati e funzionali, un genitore può rafforzare la relazione con il proprio figlio, anche quando è stata precocemente danneggiata.

L’EMDR è efficace nello spezzare la trasmissione intergenerazionale di accudimenti traumatici e disfunzionali, e nell’influenzare positivamente le generazioni future.