Disturbo ossessivo compulsivo

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è un disturbo d’ansia caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi che suscitano allarme o paura e inducono la persona ad attuare comportamenti ripetitivi o azioni mentali.

Ciò che caratterizza il disturbo è quindi la presenza di ossessioni e compulsioni.
Le ossessioni sono immagini, pensieri, impulsi che si presentano improvvisamente in modo ricorrente e persistente. Sono al di fuori del controllo di chi le sperimenta e vengono percepite come fastidiose e intrusive.
Le persone che soffrono di questo disturbo spesso si preoccupano eccessivamente di germi e sporco e temono di contaminarsi o contaminare gli altri, altre volte temono di avere inavvertitamente fatto male a qualcuno. Altre volte possono temere di perdere il controllo di sé, o di essere omosessuali anche se riconoscono che tutto ciò sia infondato.
Le ossessioni sono accompagnate da emozioni disturbanti come paura, disgusto, disagio, dubbi o sensazione di non aver fatto le cose nel modo giusto.

Le compulsioni, definite anche rituali, sono comportamenti ripetitivi come lavarsi le mani, controllare, riordinare, o azioni mentali come ripetere formule mentalmente, contare, pregare, che la persona mette in atto per ridurre l’ansia provocata dai pensieri ed impulsi ossessivi. Rappresentano quindi un tentativo di controllo della propria ansia. In genere le compulsioni riguardanti l’accumulo, l’ordine, la pulizia, il lavaggio, il conteggio, la ripetizione si trasformano in rigide e bizzarre regole di comportamento.
A differenza di altri disturbi psicologici sostanzialmente omogenei, possiamo distinguere sette tipologie di doc, talvolta presenti in concomitanza:

  • disturbi da contaminazione

    Riguardano ossessioni e compulsioni connesse a (irrealistici) contagi o contaminazioni. I pazienti che ne soffrono sono terrorizzati dalla paura che loro stessi o qualche familiare, entrando a contatto con qualche germe o sostanza (sangue, sudore, urina, feci ecc.) possa ammalarsi.

  • disturbi di controllo

    Queste ossessioni e compulsioni implicano ripetuti e accurati controlli che hanno come obiettivo quello di prevenire disgrazie ed incidenti. Lo scopo del controllare ripetutamente è quello di tranquillizzarsi rispetto al dubbio di aver fatto qualcosa di male e non ricordarlo o di dover fare il possibile per prevenire il danno.
-ossessioni pure. Si tratta di pensieri o immagini relative a situazioni in cui la persona attua comportamenti inaccettabili, sconvenienti o pericolosi (tradire il partner, avere rapporti omosessuali, aggredire qualcuno, compiere azioni blasfeme ecc.). Ciò che mette ansia non il pensiero o l’immagine specifica, ma il fatto che l’averlo formulato venga percepito da chi la subisce, come la prova di una reale identità aggressiva, omosessuale, perversa ecc.

  • superstizione eccessiva

    Coloro che ne soffrono ritengono che pronunciare alcune parole, compiere o meno determinati gesti, vedere o non vedere certe cose, ripetere o non ripetere determinate azioni sia determinante per l’esito degli eventi.

  • ordine e simmetria

    Le persone che soffrono di questo disturbo non tollerano assolutamente che gli oggetti possano essere anche minimamente disposti in modo disordinato o asimmetrico perché in caso contrario sperimentano una sgradevolissima percezione di mancanza di armonia. Le ossessioni relative all’ordine e alla simmetria possono riguardare anche il proprio corpo.

  • accumulo-accaparramento

    Queste persone tendono a conservare e accumulare oggetti inutili e insignificanti per la paura di disfarsi di qualcosa che poi un giorno potrebbe risultare utile.
-compulsioni mentali. La natura delle ossessioni di coloro che soffrono di compulsioni mentali può essere una qualunque delle ossessioni precedenti. L’ansia che ne consegue viene neutralizzata ripetendo mentalmente precise preghiere, formule magiche, numeri ecc.
I

l DOC si manifesta nella prima giovinezza (15-25 anni) e raramente è episodico. Il disturbo infatti tende a cronicizzare anche se con fasi di attenuazione e recrudescenza dei sintomi.


Attualmente l’intervento psicoterapeutico di elezione in questo tipo di disturbo è la terapia cognitivo-comportamentale e nello specifico con la tecnica dell’esposizione e l’EMDR. Utile anche il supporto farmacologico soprattutto nelle prime fasi di trattamento o nelle fasi acute.

Grazie alla terapia cognitivo comportamentale si aiuta il paziente ad accettare di non prendere provvedimenti nella direzione dell’azzeramento della minaccia e a tollerare un certo grado di rischio (Mancini 1998) mentre l’integrazione dei contenuti emotivi e di quelli cognitivi stimolati con il metodo di desensibilizzazione dell’EMDR permette la sostituzione e ristrutturazione del pensiero disfunzionale.